Attraverso la documentazione relativa a Nella Mortara, contenuta prevalentemente nell’Archivio Storico della Sapienza, ripercorriamo le tappe fondamentali della sua vita.

Nella Mortara era "un elettrone quantistico non un elettrone classico"

Prima donna a laurearsi in Fisica Sperimentale; assistente di Orso Maria Corbino e di Giulio Cesare Trabacchi presso la facoltà di Fisica; instancabile ricercatrice del gruppo di Via Panisperna, nell’ambito della Fisica Sperimentale. Vittima della legislazione antiebraica del 1938, fugge prima in Brasile, dove raggiunge il fratello Giorgio, successivamente nel 1941 torna a Roma, ormai devastata dalla brutalità nazi-fascista per riunirsi alla famiglia. Viene ospitata clandestinamente presso il convento delle suore orsoline polacche di Trastevere. Dopo la Liberazione riprende il suo ruolo all’interno dell’Università Sapienza, ma per sua volontà viene collocata a riposo per motivi di salute. Da qui inizia un periodo estremamente doloroso, presumibilmente caratterizzato da una forte stato depressivo, seguito agli effetti della legislazione razziale. Malgrado fosse una donna in un ambiente prettamente maschile, riuscì a incidere considerevolmente sullo sviluppo della Fisica Sperimentale. Così la dipingeva Enrico Fermi: “Nella Mortara era un elettrone quantistico non un elettrone classico”; non poteva certamente vivere una vita secondo schemi tradizionali, matrimonio, figli e famiglia. Nella Mortara si spegne a Roma il 2 luglio 1988, all’età di 95 anni.


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