La figura di Attilio Ascarelli è emblematica della storia d’Italia nel Novecento. Appartenente a una delle famiglie ebraiche più insigni di Roma, compagno di classe del futuro Papa Pio XII, Ascarelli si forma e inizia la propria carriera accademica nell’Italia liberale, diviene docente di Medicina legale durante il Ventennio fascista, viene espulso dalla Regia Università di Roma in seguito all’emanazione delle leggi razziali, dà il proprio contributo alla diffusione della cultura scientifica nell’Italia repubblicana. L’evento fondamentale che segna la sua lunga vita è l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Nominato membro del Comitato esecutivo medico-legale incaricato dell’esumazione e del riconoscimento delle 335 vittime, Ascarelli documenta la dolorosa esperienza nel libro “Le Fosse Ardeatine” (1945).

Attilio Ascarelli 1875-1962

Attilio Ascarelli (1875-1962) nacque a Roma da Tranquillo, presidente dell’Università Israelitica di Roma dal 1890 al 1895, e da Rosa Sereni, proveniente da una delle più illustri famiglie ebraiche di Roma. Dopo gli studi al Liceo Visconti, dove ebbe come compagno Eugenio Pacelli, futuro Papa Pio XII, si laureò in Medicina nel 1900 all'Università di Roma. Iniziò la carriera medica sotto la guida di Umberto Arcangeli e Salvatore Ottolenghi, diventando libero docente in medicina legale nel 1908. Insegnò a Macerata fino al 1910, per poi tornare a Roma.
 
Durante la prima guerra mondiale si arruolò volontario, ottenendo il grado di colonnello medico e varie onorificenze. Nel dopoguerra, ottenne ruoli prestigiosi presso l'Università di Roma, ma nel 1939 venne dichiarato decaduto da tutte le posizioni a causa delle leggi razziali fasciste. Papa Pio XII intervenne personalmente per offrirgli un rifugio all'Università Gregoriana, e la famiglia trovò riparo nel Convento del Sacro Cuore del Buon Gesù.
 
Durante l’occupazione tedesca, Ascarelli collaborò con la DELASEM (Delegazione per l’Assistenza degli Emigrati Ebrei) e nel 1944 fu incaricato di esumare e identificare le salme delle vittime delle Fosse Ardeatine, tra cui due suoi cugini. Pubblicò un'opera sull'esperienza, Le Fosse Ardeatine (1945).
 
Dopo la guerra, Ascarelli partecipò alla ricostruzione del Paese, ricoprendo il ruolo di Assessore per la Pubblica Igiene presso il Comune di Roma e diventando Direttore della Scuola Superiore di Polizia Scientifica. Rifiutò l'invito a dirigere una scuola di polizia in Israele, preferendo rimanere in Italia per contribuire alla nascita della nuova Repubblica.
 
Morì a Roma nel 1962, e nel 1964 gli fu conferita postuma la Medaglia d'argento alla Memoria per il suo impegno nella Resistenza. La sua famiglia donò la sua biblioteca e il suo archivio all'Istituto di Medicina Legale di Macerata.


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